Pure le casse della Confederazione piangono. Le numerose crisi degli ultimi anni hanno fatto aumentare le spese, in particolare in settori come la socialità e l’esercito. Karin Keller-Sutter, al suo primo preventivo in qualità di direttrice del Dipartimento federale delle finanze, è al centro delle discussioni dopo che ha annunciato tagli del 2% in praticamente tutti gli ambiti.
Se si spende più di quanto si ha, allora bisogna correggere le uscite e non iniziare a pensare alle entrate
Karin Keller-Sutter ,Consigliera federale
Per il 2024 è previsto un deficit di 6,7 miliardi. Per rispettare il principio del freno all’indebitamento il Consiglio federale ha quindi deciso di calcolare come uscite straordinarie 6,3 miliardi: advert esempio i costi per il sostegno delle persone in fuga dall’Ucraina, 1,2 miliardi, o il piano di salvataggio per le grandi aziende elettriche, che verosimilmente non servirà, del valore di 4 miliardi di franchi.
Nonostante questa misura, secondo il Governo occorre risparmiare, e settori come l’agricoltura non fanno eccezione. Riuniti pochi giorni fa in assemblea, i contadini hanno detto chiaramente che non ci stanno: “L’agricoltura negli ultimi 20 anni non ha mai ottenuto nulla di più – denuncia Markus Ritter, presidente dell’Unione svizzera contadini – Allo stesso tempo il bilancio della Confederazione è aumentato di 35 miliardi. Per questo non è giusto risparmiare sulle spalle dell’agricoltura”.
Nel nuovo parlamento che si insedia questa settimana a Berna per la prima volta, la cosiddetta foyer dei contadini sembra avere ancora maggiore peso. Potrebbe dunque opporsi con successo ai tagli, con conseguenze per altri settori. D’altronde, come precisa Keller-Sutter, “alla high-quality è il Parlamento che deve decidere dove risparmiare e dove no, è una sua competenza – spiega la Consigliera federale – Noi abbiamo fatto una proposta che rispetta il freno all’indebitamento, ora la palla passa alle camere”.